Dall’agrumeto all’urbanizzazione.
Palermo, per secoli, è stata famosa nel mondo anche per la bellezza della sua Conca d’Oro, la piana che oltre le mura dell’antica capitale si estendeva fino all’abbraccio dei monti che circondano la città. Era un tempo quasi interamente coltivata ad agrumeto, da cui proviene il nome, legato alle tipiche colorazioni dei frutti riecheggianti il dorato.
Nel XIX sec. la città comincia ad espandersi oltre il vecchio perimetro, ma è dopo la Grande Guerra, negli anni ’50 e ’60 del novecento che comincia un’urbanizzazione selvaggia e disordinata della campagna. Nel 1943 Palermo fu duramente colpita dai bombardamenti inglesi ed americani e tra il 1947 e il 1955 ben 35.000 persone si trasferirono in città dalle campagne circostanti mentre furono ben 40.000 i palermitani ch
e avevano avuto la casa distrutta e che richiedevano nuove abitazioni.
La nuova urbanizzazione, caratterizzata dalla speculazione edilizia politica-mafiosa, passerà alla storia come “Il Sacco di Palermo”.
In questi anni si perdono numerosissime strutture architettoniche di grande interesse (come le ville liberty) e l’antica campagna perde i suoi caratteri identitari. La Conca d’Oro non esiste quasi più.
L’area verde di nostro interesse rimane uno degli ultimi lembi di quella Conca d’Oro saccheggiata, rimastra incastrata nell’espansione dei quartieri Uditore e Passo di Rigano. La particolarità risiede proprio nell’esistenza di un grande polmone verde non oltre la città, ma dentro il tessuto urbano.